Se per la maggior parte dei mammiferi il mondo che ci circonda è in bianco e nero, allora una persona lo vede in tutta la varietà di colori e sfumature. Incontriamo una tavolozza multicolore ogni giorno mentre guardiamo fogliame verde, cieli blu, albe gialle e tramonti rosa. La capacità di distinguere un colore da un altro ci è necessaria nella vita di tutti i giorni, ad esempio per attraversare la strada a un semaforo, o per non confondere un rubinetto dell'acqua calda con uno freddo.
Breve storia della teoria dei colori
Per la prima volta, la teoria dei colori è stata descritta dagli antichi greci, che sono riusciti a comprenderne l'essenza principale: essere nell'intervallo tra luce e oscurità. Nell'antica Grecia, i colori principali non erano considerati 7 (come oggi), ma solo 4, corrispondenti agli elementi: fuoco, acqua, aria e terra. L'oscurità era già considerata dai greci non come un colore, ma come la sua completa assenza, il che è pienamente coerente con la teoria moderna.
Isaac Newton scompose la luce in 7 colori (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola) nel 1704. Fu il primo a tracciare un'analogia tra il flusso luminoso e l'ottava sonora, e stabilì che il primo colore nello spettro si riferisce all'ultimo (in intensità) in un rapporto di 1:2.
Nel 1810, Johann Wolfgang von Goethe nel suo libro The Theory of Color (Zur Farbenlehre) raffigurava un cerchio di colori di tre colori primari: rosso, blu e giallo, all'intersezione dei quali ce n'erano tre aggiuntivi: arancione, verde e viola. Fu Goethe a proporre per primo la teoria secondo cui con una certa miscela si può creare qualsiasi sfumatura dalle tre principali: rosso, giallo e blu.
La ricerca sullo spettro della luce continuò e nel 1839 Michel Eugene Chevreul creò un emisfero colorato con un effetto immagine residua. Sta nel fatto che se guardi a lungo la parte verde della tavolozza, e poi guardi la parte bianca, apparirà soggettivamente rossastra. Ciò è dovuto all'affaticamento dei recettori oculari che catturano la parte verde dello spettro.
Il moderno modello di colore HSV, utilizzato su tutti i display digitali, è apparso all'inizio del XX secolo grazie all'artista Albert Henry Munsell. Poi è stato presentato sotto forma di un "albero di Munsell", dove la definizione di colori e sfumature dipendeva da coordinate spaziali (gli assi di luminosità e saturazione).
Fatti interessanti
- Statisticamente, il colore preferito al mondo è il blu. È apprezzato dal 40% delle persone e, secondo gli scienziati, aiuta a calmare il sistema nervoso.
- I mobili e le decorazioni negli esercizi di ristorazione hanno spesso un colore giallo e arancione. Questi colori, se opportunamente illuminati, non solo rendono il cibo più appetitoso, ma favoriscono anche la produzione di succo gastrico.
- I toni rosa hanno l'effetto più benefico sulla psiche umana. Calmano i nervi, riducono il livello di aggressività e stress. Pertanto, il rosa è spesso utilizzato nella decorazione interna di istituti penitenziari, orfanotrofi, scuole e altre strutture sociali.
- La tonalità più sgradevole per l'occhio umano è il Pantone 448 C (secondo la classificazione internazionale), noto anche come "il colore più brutto del mondo". Visivamente, sembra un misto di escrementi e liquami di palude ed evoca le associazioni più spiacevoli. Questa caratteristica è utilizzata attivamente in Australia, colorando i pacchetti di sigarette nella tonalità Pantone 448 C, che ha già portato a un notevole calo della domanda di prodotti del tabacco.
- In pensione, Emerson Moser, il capo modellatore di pastelli a cera di Crayola, ha ammesso dopo 37 anni di essere daltonico e incapace di distinguere i colori.
- L'occhio umano può distinguere molte sfumature di verde, ed è questo colore che viene utilizzato in tutti i dispositivi per la visione notturna.
- In realtà, i raggi del sole sono di un bianco puro. L'atmosfera della Terra, che rifrange il flusso luminoso, li rende gialli.
- I pennarelli gialli sono i più comuni, in quanto non creano ombre durante le fotocopie.
Riassumendo, vale la pena notare che secondo la teoria quantistica di Planck, la luce è un flusso di porzioni indivisibili di energia: quanti e fotoni. Nel 1900, questa teoria divenne rivoluzionaria per la scienza, ma oggi vi si aggiunge anche il dualismo delle onde corpuscolari. Cioè, la luce può essere non solo un flusso di particelle quantistiche elementari, ma anche un'onda con proprietà elettromagnetiche.
È la lunghezza delle onde elettromagnetiche luminose che determina il colore che vediamo: dal viola (400 millimicron) al rosso (700 millimicron). L'occhio umano può distinguere solo i colori in questa gamma, da 400 a 700 micron. È interessante notare che gli oggetti / oggetti stessi non hanno alcun colore e questa sensazione è soggettiva. Quindi, se vediamo una rosa rossa, significa solo che la sua struttura molecolare assorbe tutte le onde elettromagnetiche luminose ad eccezione dello spettro rosso, che viene riflesso da essa e catturato dalla nostra visione.